martedì 27 febbraio 2007
On met l'ambiance au quartier
Mon frère écoute ce blues qui se lève du profond
Sous un angle du ciel oublié par le monde
Mettez vous a l'aise et couchez vos enfants
Parce que ce soir on va ensemble dans le mapaan
Ce soir ce soir
On met l'ambiance au quartier
C'est ça la musique qui prend sa source de la terre
un message de partage lancé a l'Afrique entière
Ma mission mes amis c'est de vous faire bouger
En réchauffant toutes les âmes avec ce rythme sincère
Fait froid mais ce soir
On met l'ambiance au quartier
Suivez- vous la guitare qui s'installe dans la tête
Je respire le climat d'un pays tout en fête
Une soirée de couleurs marquera la naissance
Du peuple du blues, d'un esprit qui s'avance
Ce soir, ce soir
On met l'ambiance au quartier
On met l'ambiance au quartier
On met l'ambiance au quartier
...
Fratello ascolta questo blues che s'alza dal profondo
sotto un angolo di cielo dimenticato dal mondo
Mettetevi a vostro agio e mettete a letto i bambini
perché questa sera si va dove non è consentito
Stasera, stasera
portiamo l'atmosfera in quartiere
Questa è la musica che ha le sue radici nella terra
è un messaggio di condivisione lanciato all'Africa intera
La mia missione, amici miei, è di farvi ballare
riscaldando tutti gli animi con questo ritmo sincero
fa freddo ma stasera
portiamo l'atmosfera in quartiere
Seguite la chitarra che si impianta nella testa
mentre respiro il clima di un paese tutto in festa
questa serata di colori segnerà la nascita
di un popolo del blues, di uno spirito che avanza
stasera, stasera
portiamo l'atmosfera in quartiere
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giovedì 15 febbraio 2007
15-02-07: Carissimi compagni di viaggio
Carissimi compagni di viaggio,
avrete ormai capito che il mio silenzio si fa tanto più lungo quanto più sono impegnato nelle attività, il tempo per dormire si riduce di giorno in giorno ma nonostante tutto cercherò di non mancare mai questo appuntamento premiando la vostra pazienza e il vostro interesse con questi piccoli resoconti che mi date la possibilità di scrivere. Ringrazio ciascuno di voi per la costanza, l'intimità e la profondità delle vostre mail. Sento il vostro appoggio, il vostro coinvolgimento e mi auguro che questa camera in Cameroun dove ogni tanto ci ritroviamo assieme per raccontarci storie fantastiche possa ricambiare in qualche modo la vostra amicizia.
Dopo un viaggio di 15 ore ieri pomeriggio sono arrivato a Garoua, caldissimo capoluogo della provincia del Nord, dove passerò il periodo più lungo del mio anno di servizio civile.
Come mi era stato accennato da molti non serve un occhio particolarmente addestrato per accorgersi di come tutto il Nord del Cameroun sia un'altra terra rispetto al resto del Paese. Spazi infiniti, luce bianca, e sotto gli scheletri di alberi bruciati il nero della cenere ricorda che in questo posto nulla può vincere la forza devastante del sole. Il viaggio, prima in treno e poi in car è lungo ma assolutamente sopportabile e la fatica viene ripagata in pieno dalla vista di paesaggi stupendi che accompagnano il viaggiatore durante tutto il tragitto –babbuini e ippopotami inclusi-
Qui la casa è accogliente, ho una bella camera che ho già arredato dato che sarà la mia stanza per almeno cinque mesi. Dopo cinquanta giorni da volontario errante e menestrello itinerante so con certezza che qui potrò mettere radici. Non posso nascondere né a voi né a me stesso che la cosa mi fa impressione: paradossalmente la stabilità per colui che si sente eternamente in cammino è una condizione di insicurezza. Ma l'Africa insegna ad affidarsi al cielo e a vedere tutto come una sfida. E io sfido Garoua.
Ci eravamo lasciati a Mbalmayo. E per me, prima di questi giorni, Mbalmayo non era altro che il nome di un posto. Una tappa di passaggio, uno scalo, questo doveva essere. Per fortuna o purtroppo non è stato così. Lì ho vissuto qualcosa che non è possibile sintetizzare anche usando le parole più belle di un dizionario, dunque mi affiderò ancora una volta ai versi di colui che con le parole riusciva a dipingere e cantare gli uomini con una facilità inarrivabile. Con tanta nostalgia ti confesso, cara Mbalmayo, che è stato meglio lasciarsi che non essersi mai incontrati.
Tutto molto diverso da Yaounde a partire dall'approccio. Se nella capitale la mia attività, come già vi avevo accennato, era stata quella di osservare, per ambientarmi gradualmente alla realtà e alle regole di un paese straniero, l'inserimento a Mbalmayo, distante 50 km e un universo da Yaounde, è stato brusco e inatteso. In teoria io sarei dovuto solamente transitare da questa cittadina per poi salire a Garoua che già mi "reclamava" da tempo. Una cosa di due o tre giorni, tanto per farsi un idea del tipo di struttura e di lavoro svolto in questa che è la sede più antica del COE in Cameroun. Ma voi prendete 600 ragazzi, i preparativi per un imminente festa nazionale (la fête de la jeunesse, festa della giovinezza), una voglia incontenibile di musica…e pensatemici dentro!
Risucchiato dalla preside del college che mi ha scambiato per una star internazionale (o peggio per un musicista) ho contribuito alla preparazione di alcune esibizioni in vista del tradizionale spettacolo, quindi programma serrato con sveglia alle sei, chitarra in spalla già dalle prime ore del mattino e giornata piena di note in mezzo ai ragazzi di ogni età, soprattutto adolescenti e giovani per riuscire nel poco tempo a disposizione a dare a tutti un occasione di esibirsi.
Ad una classe specializzata in taglio e cucito (seconda parentesi: La formazione superiore del COE a Mbalmayo ha due ramificazioni distinte ma monocefale: il College NINA GIANETTI, frequentato prevalentemente da ragazze, con un impostazione incentrata sull'economia sociale e familiare - nato nel 1977 - e l'IFA, l'unico Istituto di Formazione Artistica in tutto il Cameroun, con tre specializzazioni in pittura, scultura e ceramica) ho insegnato THE GREAT SONG OF INDIFFERENCE di Bob Geldolf. Il numero ridotto delle allieve ha fatto si che la preparazione del canto risultasse veloce e produttiva. Il brano eseguito in coro e accompagnato dalla chitarra è stato presentato in occasione della giornata nazionale del bilinguismo – prima della fete de la jeunesse-
Con due classi assemblate abbiamo allestito una versione africana - con tanto di coro abbigliato in kabà- di FORZA VENITE GENTE, brano portante dell'omonimo musical. Il lavoro con queste due classi è stato di certo il più faticoso, a causa del numero di ragazze coinvolte e del poco tempo a disposizione per una canzone non facile. La coreografia e il talento di alcune interpreti hanno contribuito a rendere l'esibizione perlomeno sufficiente anche se, con delle risorse del genere, il risultato avrebbe potuto essere molto migliore.
In extremis sono riuscito a lavorare con la deuxieme annèe, che reclamava una canzone, sul brano ECOUTE DANS LE VENT, remake della celebre BLOWIN IN THE WIND.
Una grande soddisfazione è stata la Corale della scuola: assieme a mister professor Mvondo abbiamo studiato una versione dell'inno nazionale camerunese a 4 voci e in lingua inglese, eseguito in occasione della giornata nazionale del bilinguismo e dello spettacolo interno per la festa della jeunesse. Selezionato dai delegati provinciali l'inno è stato ripresentato assieme ad altre esibizioni davanti al pubblico del college NOA, allo stadio di mbalmayo, e su richiesta del prefetto, cantato in apertura della giornata dell'11 febbraio – chiusura della fete - davanti alle autorità.
Con elementi selezionati sono stati preparati i canti WE ARE THE WORLD e NOTTI MAGICHE. Il primo, un brano sulla solidarietà e sul rispetto, è stato interpretato da alcuni solisti e da un coro, mentre la coreografia è stata realizzata grazie al contributo degli allievi del premiere annèe. La seconda canzone è stata scelta in quanto inno allo sport come forma sana di aggregazione ma soprattutto perché ricorda sia all'Italia sia al Cameroun un momento importante delle rispettive storie calcistiche: a Italia 90 il Bel Paese era lo stato organizzatore e il Cameroun in quella edizione conseguì il risultato storico dell'accesso ai quarti di finale. Alla fine dell'esibizione un ragazzo con la divisa italiana e uno in completo camerunese si sono dati la mano abbracciando un pallone.
In occasione dello spettacolo ho cantato in duetto una versione italo - francese di VIVO PER LEI assieme ad un'allieva del college.
Con i bambini della scuola elementare l'ESPOIR ho avuto poco tempo per lavorare ma sono bastate quelle due o tre mattinate perchè andando in giro per il quartiere venissi accerchiato da mandrie di fanciulli che gridavano a squarciagola "un cocomero tondo tondo...etc"
Le emozioni più forti e i ricordi più belli sono pero'di certo legati alle CASSAVAS un gruppo fondato con il professor MVONDO e con il mio caro compagno di avventure FRANCIS (oltre a Raul, Bakenehe e Beps) con il quale abbiamo calcato tre palchi in una settimana e vinto il PRIMO PREMIO per l'interpretazione al college NOA (con OH WHEN THE SAINTS GO MARCHING IN, chitarra acustica e 4 voci). Grazie alla disponibilità di ESSO, cantante e batterista di grande cordialità, siamo riusciti a suonare in un cabaret dall'improbabile nome "VATICAN II" collaborando con un gruppo di bikutsi e makossa che faceva ballare anche i muri.
LES CASSAVAS, i SUSINAS dell'Africa Occidentale, sono stati uno dei freni più grandi alla mia partenza e spero vivamente che possano continuare ad esistere ed esibirsi anche dopo la mia partenza.
Consapevole del poco tempo a disposizione, a volte illudendomi o sperando che ce ne fosse di più, non ho potuto fare grandi progetti ma ho solamente gettato un semino. Mi faceva sorridere quando mi dicevano che avevo riportato la musica a Mbalmayo, che era merito mio di qua e di là un sacco di cose, ma quando uno scende in questi posti si rende conto come spesso molte persone siano in uno stato generale di atrofizzazione, di assopimento, e quanto poco basti – ma nel contempo quanto questo poco sia necessario - per risvegliarle e appassionarle. Sono rimasto incredibilmente sorpreso del talento musicale di molti ragazzi e altrettanto sorpreso dal fatto che non ci sia nessuna struttura e nessun progetto interno atto a valorizzarli. Spero che la passione contagiosa per la musica di cui tutti mi "accusavano" in questi giorni non lasci solo una scia e dei bei ricordi ma anche la voglia di spendersi per quest'arte. Io, in questa breve esperienza, questa voglia l'ho trovata in tante persone con cui ho condiviso moltissimo e di cui difficilmente potrò dimenticarmi.
Sempre con grande affetto, ricordandovi uno ad uno
vs. JJ
avrete ormai capito che il mio silenzio si fa tanto più lungo quanto più sono impegnato nelle attività, il tempo per dormire si riduce di giorno in giorno ma nonostante tutto cercherò di non mancare mai questo appuntamento premiando la vostra pazienza e il vostro interesse con questi piccoli resoconti che mi date la possibilità di scrivere. Ringrazio ciascuno di voi per la costanza, l'intimità e la profondità delle vostre mail. Sento il vostro appoggio, il vostro coinvolgimento e mi auguro che questa camera in Cameroun dove ogni tanto ci ritroviamo assieme per raccontarci storie fantastiche possa ricambiare in qualche modo la vostra amicizia.
Dopo un viaggio di 15 ore ieri pomeriggio sono arrivato a Garoua, caldissimo capoluogo della provincia del Nord, dove passerò il periodo più lungo del mio anno di servizio civile.
Come mi era stato accennato da molti non serve un occhio particolarmente addestrato per accorgersi di come tutto il Nord del Cameroun sia un'altra terra rispetto al resto del Paese. Spazi infiniti, luce bianca, e sotto gli scheletri di alberi bruciati il nero della cenere ricorda che in questo posto nulla può vincere la forza devastante del sole. Il viaggio, prima in treno e poi in car è lungo ma assolutamente sopportabile e la fatica viene ripagata in pieno dalla vista di paesaggi stupendi che accompagnano il viaggiatore durante tutto il tragitto –babbuini e ippopotami inclusi-
Qui la casa è accogliente, ho una bella camera che ho già arredato dato che sarà la mia stanza per almeno cinque mesi. Dopo cinquanta giorni da volontario errante e menestrello itinerante so con certezza che qui potrò mettere radici. Non posso nascondere né a voi né a me stesso che la cosa mi fa impressione: paradossalmente la stabilità per colui che si sente eternamente in cammino è una condizione di insicurezza. Ma l'Africa insegna ad affidarsi al cielo e a vedere tutto come una sfida. E io sfido Garoua.
Ci eravamo lasciati a Mbalmayo. E per me, prima di questi giorni, Mbalmayo non era altro che il nome di un posto. Una tappa di passaggio, uno scalo, questo doveva essere. Per fortuna o purtroppo non è stato così. Lì ho vissuto qualcosa che non è possibile sintetizzare anche usando le parole più belle di un dizionario, dunque mi affiderò ancora una volta ai versi di colui che con le parole riusciva a dipingere e cantare gli uomini con una facilità inarrivabile. Con tanta nostalgia ti confesso, cara Mbalmayo, che è stato meglio lasciarsi che non essersi mai incontrati.
Tutto molto diverso da Yaounde a partire dall'approccio. Se nella capitale la mia attività, come già vi avevo accennato, era stata quella di osservare, per ambientarmi gradualmente alla realtà e alle regole di un paese straniero, l'inserimento a Mbalmayo, distante 50 km e un universo da Yaounde, è stato brusco e inatteso. In teoria io sarei dovuto solamente transitare da questa cittadina per poi salire a Garoua che già mi "reclamava" da tempo. Una cosa di due o tre giorni, tanto per farsi un idea del tipo di struttura e di lavoro svolto in questa che è la sede più antica del COE in Cameroun. Ma voi prendete 600 ragazzi, i preparativi per un imminente festa nazionale (la fête de la jeunesse, festa della giovinezza), una voglia incontenibile di musica…e pensatemici dentro!
Risucchiato dalla preside del college che mi ha scambiato per una star internazionale (o peggio per un musicista) ho contribuito alla preparazione di alcune esibizioni in vista del tradizionale spettacolo, quindi programma serrato con sveglia alle sei, chitarra in spalla già dalle prime ore del mattino e giornata piena di note in mezzo ai ragazzi di ogni età, soprattutto adolescenti e giovani per riuscire nel poco tempo a disposizione a dare a tutti un occasione di esibirsi.
Con i più piccoli del premiere annèe (prima parentesi: la formazione superiore in Cameroun, ma penso sia la medesima cosa in Francia ,si divide in due cicli; il primo comprende quattro classi denominate in ordine crescente dal premiere al quatrieme annèe, il secondo ciclo prevede tre classi: seconde, premiere e terminal. Durante i 7 anni gli allievi devono affrontare 3 esami di cui l'ultimo, il BAC, corrisponde alla nostra maturità ) considerato che la classe era l'unica ad avvalersi di un ora settimanale di musica ho scelto un canto facile sulle sette note, "DO – RE – MI", tratto dalla commedia musicale TUTTI ASSIEME APPASSIONATAMENTE.
Ad una classe specializzata in taglio e cucito (seconda parentesi: La formazione superiore del COE a Mbalmayo ha due ramificazioni distinte ma monocefale: il College NINA GIANETTI, frequentato prevalentemente da ragazze, con un impostazione incentrata sull'economia sociale e familiare - nato nel 1977 - e l'IFA, l'unico Istituto di Formazione Artistica in tutto il Cameroun, con tre specializzazioni in pittura, scultura e ceramica) ho insegnato THE GREAT SONG OF INDIFFERENCE di Bob Geldolf. Il numero ridotto delle allieve ha fatto si che la preparazione del canto risultasse veloce e produttiva. Il brano eseguito in coro e accompagnato dalla chitarra è stato presentato in occasione della giornata nazionale del bilinguismo – prima della fete de la jeunesse-
Con due classi assemblate abbiamo allestito una versione africana - con tanto di coro abbigliato in kabà- di FORZA VENITE GENTE, brano portante dell'omonimo musical. Il lavoro con queste due classi è stato di certo il più faticoso, a causa del numero di ragazze coinvolte e del poco tempo a disposizione per una canzone non facile. La coreografia e il talento di alcune interpreti hanno contribuito a rendere l'esibizione perlomeno sufficiente anche se, con delle risorse del genere, il risultato avrebbe potuto essere molto migliore.
In extremis sono riuscito a lavorare con la deuxieme annèe, che reclamava una canzone, sul brano ECOUTE DANS LE VENT, remake della celebre BLOWIN IN THE WIND.
Una grande soddisfazione è stata la Corale della scuola: assieme a mister professor Mvondo abbiamo studiato una versione dell'inno nazionale camerunese a 4 voci e in lingua inglese, eseguito in occasione della giornata nazionale del bilinguismo e dello spettacolo interno per la festa della jeunesse. Selezionato dai delegati provinciali l'inno è stato ripresentato assieme ad altre esibizioni davanti al pubblico del college NOA, allo stadio di mbalmayo, e su richiesta del prefetto, cantato in apertura della giornata dell'11 febbraio – chiusura della fete - davanti alle autorità.
Con elementi selezionati sono stati preparati i canti WE ARE THE WORLD e NOTTI MAGICHE. Il primo, un brano sulla solidarietà e sul rispetto, è stato interpretato da alcuni solisti e da un coro, mentre la coreografia è stata realizzata grazie al contributo degli allievi del premiere annèe. La seconda canzone è stata scelta in quanto inno allo sport come forma sana di aggregazione ma soprattutto perché ricorda sia all'Italia sia al Cameroun un momento importante delle rispettive storie calcistiche: a Italia 90 il Bel Paese era lo stato organizzatore e il Cameroun in quella edizione conseguì il risultato storico dell'accesso ai quarti di finale. Alla fine dell'esibizione un ragazzo con la divisa italiana e uno in completo camerunese si sono dati la mano abbracciando un pallone.
In occasione dello spettacolo ho cantato in duetto una versione italo - francese di VIVO PER LEI assieme ad un'allieva del college.
Con i bambini della scuola elementare l'ESPOIR ho avuto poco tempo per lavorare ma sono bastate quelle due o tre mattinate perchè andando in giro per il quartiere venissi accerchiato da mandrie di fanciulli che gridavano a squarciagola "un cocomero tondo tondo...etc"
Le emozioni più forti e i ricordi più belli sono pero'di certo legati alle CASSAVAS un gruppo fondato con il professor MVONDO e con il mio caro compagno di avventure FRANCIS (oltre a Raul, Bakenehe e Beps) con il quale abbiamo calcato tre palchi in una settimana e vinto il PRIMO PREMIO per l'interpretazione al college NOA (con OH WHEN THE SAINTS GO MARCHING IN, chitarra acustica e 4 voci). Grazie alla disponibilità di ESSO, cantante e batterista di grande cordialità, siamo riusciti a suonare in un cabaret dall'improbabile nome "VATICAN II" collaborando con un gruppo di bikutsi e makossa che faceva ballare anche i muri.
LES CASSAVAS, i SUSINAS dell'Africa Occidentale, sono stati uno dei freni più grandi alla mia partenza e spero vivamente che possano continuare ad esistere ed esibirsi anche dopo la mia partenza.
Consapevole del poco tempo a disposizione, a volte illudendomi o sperando che ce ne fosse di più, non ho potuto fare grandi progetti ma ho solamente gettato un semino. Mi faceva sorridere quando mi dicevano che avevo riportato la musica a Mbalmayo, che era merito mio di qua e di là un sacco di cose, ma quando uno scende in questi posti si rende conto come spesso molte persone siano in uno stato generale di atrofizzazione, di assopimento, e quanto poco basti – ma nel contempo quanto questo poco sia necessario - per risvegliarle e appassionarle. Sono rimasto incredibilmente sorpreso del talento musicale di molti ragazzi e altrettanto sorpreso dal fatto che non ci sia nessuna struttura e nessun progetto interno atto a valorizzarli. Spero che la passione contagiosa per la musica di cui tutti mi "accusavano" in questi giorni non lasci solo una scia e dei bei ricordi ma anche la voglia di spendersi per quest'arte. Io, in questa breve esperienza, questa voglia l'ho trovata in tante persone con cui ho condiviso moltissimo e di cui difficilmente potrò dimenticarmi.
Sempre con grande affetto, ricordandovi uno ad uno
vs. JJ
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