giovedì 18 gennaio 2007

18-01-07: Sono vivo e sto bene

Cari amici,
scusate l'attesa; sono vivo e sto bene, mi ero promesso di scrivervi molto prima ma qui il tempo vola davvero, c'è sempre qualcosa da fare e mi rendo conto che alla fine chi ci rimette siete voi che vivete di riflesso questa mia avventura. Ieri sera ho salutato Yaounde con il dispiacere di quando si torna a casa dopo le vacanze estive, quando in due settimane ti sei affezionato tanto a persone, luoghi, abitudini che ti sembra siano parte della tua vita da sempre, ma poi sei obbligato a capire che quei volti e quelle immagini non sono stati altro che il contenuto di una bella parentesi nell'economia di un lungo romanzo. Punto e virgola. Si riparte.


Le mie due settimane a Yaounde sono state intense; è una metropoli caotica ma estremamente viva: la polvere rossa che si leva con il minimo accenno di vento accompagna i gesti, le danze, le bagarre di migliaia di camerunesi che ogni giorno popolano le strade, dal centro, multietnico e occidentalizzato, ai quartieri dimenticati, dove capita di trovare bambini d uno o due anni che non hanno mai visto un bianco (di bianchi ce n'è tanti ma evidentemente in certi luoghi non ci passano).

Forse mi ha conquistato perché è simile alla mia Milano, anche se più esasperata ed invadente.
Yaounde è una città dove tutto è più prepotente.
Yaounde sono i taxi gialli che per 200 franchi ti portano ovunque e che si riempiono fino a che non trovi la gente seduta sul freno a mano, yaounde è il rumore dei clacson, le fiumane di persone, le parate militari, yaounde sono le galline che cercano di sfuggire dalle borse dove sono state appena infilate assieme ai pomodori e a un sacchettino di riso per il pranzo della domenica, yaounde sono i mercati infiniti, l'odore di pesce essiccato e i colori delle spezie, yaounde è l'hilton che guarda dalle sue finestre finemente illuminate il "palazzo della morte", di giorno costruzione fatiscente di cui si nota solo l'enorme scritta votez Paul Biya in bomboletta nera, di notte dimora senza leggi dei ragazzi di strada.
Yaounde sono la birra 33 express e la castel, le magliette di etò fils indossate con fierezza da adulti e ragazzini, yaounde sono le donne impegnate a pettinare sorelle, figlie e amiche, in strada, a qualsiasi ora della giornata.
Yaounde sono i campi da calcio inventati in qualsiasi spazio aperto e affollati dall'alba al tramonto.
Yaounde sono le botteghe sintonizzate su canal plus.
Yaounde sono le chiese, le sette, i ritrovi religiosi, l'associazionismo delle tontines.
Yaounde sono le ambasciate, i ristoranti italiani, i centri culturali, la voglia di emergere.


Ma Yaounde è soprattutto la capitale di uno stato africano dove domina la contraddizione.
Difficile farci un'idea da su; difficile anche per me. Tina mi ha raccontato di un prete italiano a cui erano stati donati dalla sua chiesa un milione e mezzo di lire per la sua missione in Cameroun e alla domanda di due parrocchiani "Padre, dipendesse solo da lei, come impiegherebbe questi soldi?" questi aveva risposto "Vi pagherei il biglietto aereo perché possiate scendere giù a vedere le cose coi vostri occhi". Da noi domina ancora troppa mala-informazione (o comunque informazione ridotta) e appena sentiamo la parola Africa il nostro cervello la associa alle pance gonfie dei bambini, alla povertà, ai tamburi, alla gente pitturata. E già inconsciamente ci poniamo in una situazione di superiorità. Nella nostra testa proprio non riusciamo a vedere un Africa che cammina.
Qui non passa un giorno intero senza che almeno una persona ti abbia rivolto la fatidica implorazione "mon ami amene moi en Italie avec toi" (amico, portami in Italia con te). Poi dell'Italia cosa sanno?cosa hanno visto?Assolutamente nulla. Ti rispondono che da noi si sta bene ed è bello. Un'analisi un po'circoscritta per l'eldorado.

Perché nell'ultima mail vi scrivevo che la colpa è un po'nostra e un po'loro? E' nostra (in quanto occidentali) perché abbiamo depredato il continente e continuiamo a farlo, e non contenti veniamo giù con la nostra moneta forte - molti membri di ong, ricercatori, cooperanti, missionari, volontari in servizio civile, sono pagati in euro nei nostri paesi quindi giù possono fare una vita da nababbi; spiccano le scelte delle persone che vivono autentiche esperienze di condivisione. anche della moneta – e senza comprendere di quanto sia traslato il contesto culturale, spendiamo e spandiamo, regaliamo soldi, facciamo elemosina non appena la nostra compassione sia stata un minimo stuzzicata. Risultato: i bambini che ti urlano continuamente cadeaux, cadeaux (regali, regali), l'impossibilità di relazionarsi alla pari con un coetaneo perché questo sa che tu hai di più e dunque ti chiederà sempre (non è un rapporto di amicizia perché siamo affini, ma perché io da te posso ottenere qualcosa), gente che si inventa sorelle nonne, figli malati perché poi il bianco senza indagare si emoziona, si fida ed elargisce.

Ma i camerunesi non sono certo esenti da colpe: innanzitutto la gente lavora poco; un po'perché il lavoro manca e un po'perché non ci si impegna per cercarlo o crearne. Anche quei pochi progetti di bianchi intenzionati a mettere su un impresa con personale locale per insegnare un attività e creare lavoro, alla fine tramontano perché dopo tre giorni è sparito un trapano, dopo quattro già dieci dipendenti ti hanno chiesto un prestito, la gente viene al lavoro un giorno si uno no.

Andando in giro si percepisce uno stato diffuso di arretratezza ma pochi sforzi per uscirne (non nessuno, pochi). Il problema del Cameroun non è certo la povertà. Sono più che altro l'acqua, l'educazione e la sanità. Problemi correlati tra loro. Qualche esempio? Al vertice della lista delle cause di morte nel paese ci sono malaria, aids, ed incidenti stradali (in quest'ordine).
L'ultimo non è neanche il caso di analizzarlo: se vai a 200 all'ora e ti schianti sei un idiota. Tanto in Italia quanto in Cameroun (e non si citi l'attenuante della condizione delle strade, se vai a duecento all'ora su una strada dissestata sei idiota due volte).
L'aids uccide in Cameroun come in pochi altri paesi del mondo (è seconda al Sudafrica con altri paesi africani). I soldi per comprare i preservativi non mancano a nessuno, utilizzarlo o meno è una scelta. Che la malattia si diffonda per via sessuale in qualche villaggio forse ancora non lo sanno, a Yaounde lo sanno pure i muri. Ma qui la testa ti dice sempre che tu devi avere un ritorno personale ed immediato, in tutto. Applicatelo alla sfera del piacere e vi spiegate il 9,9% di sieropositivi nella capitale.
La malaria è il caso più complesso. Il ragionamento da fare è questo: per curarla, come per curare altre malattie il governo e le famiglie spendono una valanga di soldi. Le ong fanno sensibilizzazione nei quartieri dicendo che per evitarla, per evitare la febbre tifoide, la verminosi e l'ebola bisogna stare attenti all'acqua putrida e infetta (per la malaria nel non averla vicino poiché attira le zanzare, per le altre tre nel non berla né mangiare cose che siano state immerse in acqua malsana), non considerando che sono poche le persone che hanno in casa l'acqua corrente e ancora meno ad averla filtrata, depurata ionizzata e salinizzata. E ovunque fogne a cielo aperto, acquitrini, rigagnoli di acqua nera che scorrono in mezzo alle case. Perché lo stato i soldi che spende nelle cure e nella sensibilizzazione non li investe per costruire almeno nella capitale una rete fognaria di rispetto?Forse perché in questa maniera gli arrivano soldi dalle organizzazioni internazionali che poi può rigirare a proprio piacimento senza renderne conto -e spesso, quindi, per rimpinguare nuovamente le casse occidentali?Forse perché i progetti di lungo periodo non sono neanche contemplati – come ultimamente da noi del resto – perché non danno risultati nell'immediato?Forse perché i progetti si scontrano con una burocrazia lenta, con mille permessi ed autorizzazioni nonché con un pizzo da pagare a qualsiasi funzionario cui tu rivolga la parola?Io una risposta al momento non ve la so fornire. Voi documentatevi, pensate, dibattete, stimolate, contradditemi.

Tutto questo ve lo scrivo dal mio letto a Mbalmayo. Mi mancherà molto la comunità del CASS: Tina, Chiara, AnneMarie. In casa con loro c'era proprio un bel clima impreziosito da piacevoli chiacchierate e lunghi dibattiti su quello che ognuno, (chi è qua da tanti anni e chi è appena arrivato) vede, apprezza o non capisce di questo paese.
In queste due settimane sono stato accolto dai ragazzini del calcio nonostante la mia caviglia dolorante, ed è stato davvero bello conoscerli, conoscere il loro modo di giocare, condividere gli allenamenti, partecipare alle sfide, risolvere assieme i problemi.
Ho osservato i ragazzi della danza ballare e il gruppo di percussioni suonare e sono rimasto sorpreso dal talento di alcuni di loro e dai pomeriggi passati instancabilmente a provare, a improvvisare, a giocare col corpo e col ritmo in modo magistrale.
Ho parlato coi più piccoli, così curiosi, con un autonomia sorprendente, spesso in cerca di un abbraccio o di una mano, di un po'd'attenzione, in sintesi di affetto, che probabilmente in casa non sempre è dato.
Ho conosciuto gli animatori, preparati e determinati (non sempre presenti e coordinati), ho imparato ad apprezzare i loro metodi di lavoro e la loro passione. Ho visitato le altre strutture del centro, mi sono fatto un idea di cosa fanno e come lavorano.

Tra i momenti più forti ricordo le visite in quartiere: un occasione per uscire e cercare di dare testimonianza tra gli ultimi con la nostra presenza; la presenza di bianchi che non sono qui né per dare né per insegnare, ma solo per ascoltare. Con la voglia di capire.
Mi porterò dietro il sorriso di Lela e gli scherzi di Georgette.
La voglia di Moise di imparare a suonare la chitarra.
L'estro calcistico di Alexi e Sussa.
Le prime parole di Gaetana
Le magie e le bugie di Anjo.
La bella voce di Junior.
Il faccione di Aisha.
Dani ed Ezechiel.
Ora parto con una valigia in più: un bagaglio di ricordi positivi che mi porterò dietro lungo il cammino.
Con grande affetto
JJ


p.s. de andrè diceva che dal letame nascono i fiori. guardate questo fiore nato qualcha anno fa in una capanna di fango, dove vive ancora

martedì 9 gennaio 2007

9-01-07: Sotto un cielo azzurro

Sotto un cielo azzurro dominato dai falchi, che si ergono nottegiorno a vigili custodi delle città e delle campagne; tra echi di bikutsi e makossa (le musiche più in voga nella regione centrale) che si confondono con le note della radio del vicino sintonizzata 24 ore su 24 su qualche frequenza locale esclusivamente female pop; con il naso tappato – raffreddore- ma comunque obbligato a cedere agli odori troppo forti che si mescolano nell'aria; con un sottofondo incessante di versi, canti, movimenti di animali e animaletti che cicalecciano senza sosta, un po'stanco,
siedo sul mio letto accanto alla finestra a raccontare ancora un po'di Cameroun ad ognuno di voi.
Ogni giorno cerco di segnarmi su un taccuino le cose che mi piacerebbe farvi sapere ma il bombardamento (diverso da quello che ci rende passivi dopo 3 ore di televisione) di immagini, di storie, di sensazioni è talmente forte che devo fare una grossa selezione nella mia testa perché il tempo per scrivervi, invece, è sempre molto ridotto!

Questo weekend abbiamo fatto una gita nell'Ovest, una delle dieci regioni in cui è suddiviso il Cameroun. Il capoluogo di regione è l'africanissima Bafoussan, roccaforte dei Bamiléké, una delle etnie dominanti nella zona, con una cultura e tradizioni ancora molto vive. Siamo partiti in 5, da Yaounde sono più o meno quattro ore di macchina (ho guidato anch'io il 4x4!) ed è bellissimo osservare come man mano la foresta tropicale lasci spazio a paesaggi più aperti e diradati tipici del pre-savana. Viaggiare in macchina è sensazionale: le strade, finchè non arrivi in città, sono abbastanza gestibili, larghe e completamente asfaltate. Gli occhi godono del rosso della terra che caratterizza questo paese, dei mercatini e delle bancarelle di ananas e papaye se va bene, di topi cotti e tenuti penzoloni dai venditori, quando sei meno fortunato –mai prendere uno spiedino di carne sulla strada perché per loro mangiare ratti è più che normale tanto che tina ha raccontato che una volta due guardiani del CASS verso sera si sono presentati alla porta chiedendo se poteva prestar loro un po'd'olio e cipolla per un soffittino per far prendere sapore alla pantegana appena catturata -.

Si attraversano agglomerati di case, paesini e cittadine più grandi ma tutti (o perlomeno la maggior parte) accomunati da una stesso destino: i nomi di questi posti cominciano tutti con la B, perché in Bamiléké la B indica la pluralità, dunque tu non ti ricordi mai qual è l'ultimo paese che hai passato, di indicazioni ce n'è poche e quindi va a finire che sei costretto ogni 10 minuti ad interpellare degli autoctoni pronti a darti qualsiasi indicazione, se non a salire in macchina con te, ma spesso non molto preparati 

Nell'ultimo tratto di strada lo sguardo cade inevitabilmente sui tetti conici in lamiera tipici delle chefferie, luoghi dove i capi tradizionali ricevono in udienza i loro sudditi, diversi dalle regge, che sono le loro abitazioni vere e proprie. I capi tradizionali sono riconosciuti dal governo statale e sembra, dalla comunità internazionale, hanno pieni poteri a livello giudiziario (se viene condannata a morte una persona da uno chef il governo non può intercedere per il condannato) e si tramandano il potere ereditariamente, mentre in passato era il cacciatore più abile a guadagnarsi il trono. Noi abbiamo visitato la chefferie di Bandjoun una delle più belle della zona, nonostante l'incendio intenzionale (motivi di successione) che l'ha devastata due anni fa. Tra una chefferie e l'altra un tempo c'era ostilità, ora c'è più cooperazione (anche perchè i loro rappresentanti per fare lobbyng al governo devono essere un fronte assolutamente unito) pur mantenendo ognuna il proprio centro di potere, i propri costumi e i propri riti. Le cerimonie tradizionali sono uno spettacolo incredibile- io ho visto solo un video- a cui sarebbe davvero interessante partecipare da spettatori. Nel museo ho visto gli splendidi troni, gli scettri e gli altri oggetti regali in legno e perle che spettano ad ogni nuovo re assieme ad un animale sacro che lo contraddistingui.

La zona dell'Ovest è nota anche per i ricchi corsi d'acqua (soprattutto nella stagione delle piogge), noi tra sabato e domenica siamo riusciti a vedere il lago vulcanico di Baleng, una conca in mezzo alle montagne, di acqua limpidissima con tanto di piroghe ma soprattutto le indescrivibili cascate di Ekom, ottanta metri di salto in mezzo al nulla, se nulla può essere definito una valle verde, rigogliosissima che si apre all'improvviso dopo 10 km di sterrata (altro che Balistra, killer…buche di metri e rami che ti entrano in macchina dai finestrini) in mezzo alle secche di caffè davanti alle piccole abitazioni in fango dei locali, che vivono ancora allo stato brado –ma coi cellulari!Per pura curiosità vi dico che le Chutes d'Ekom sono il luogo dov'è ambientato il film di Tarzan...io provo a mandarvi una foto ma vi assicuro che non rende l'idea della profondità, del colpo d'occhio, ma soprattutto della possanza con cui questa mole di liquido si infrangeva sulle rocce creando un magnifico e ben visibile arcobaleno. Uno di quei luoghi dove anche il più imbranato fotografo, tipo me, non deve far altro che pigiare il pulsante della macchina ed è certo che la sua foto sarà comunque un capolavoro.

Luoghi splendidi, da rimanerci a bocca aperta. Come mai allora il Cameroun non è neanche considerato dalle nostre agenzie di viaggio- qualcuno dice che il fenomeno è in crescita in questi ultimi anni-? Sembra che al governo non interessi, sembra che il viaggio di sola andata in cameroun costi come un a/r in Senegal con soggiorno di una settimana in albergo di buona qualità. Tante tasse anche sui voli dunque, pochissime infrastrutture (e questo solo in questi pochi giorni ve lo posso confermare) e dunque un'altra fonte di introito che se ne va. Ma dov'è che finiscono i soldi dello Stato allora se le strade e la ristorazione è 15 anni che sono in mano a cinesi e greci, gli immobili per gran parte sono di proprietà dei giapponesi, la Francia e il Belgio si contendono gli alimentari e i prodotti da Supermarket (la prima ha anche una delle due reti di telefonia mobile presenti in Cameroun, la Orange, la seconda, MTN, è sudafricana), gli Americani hanno acqua ed energia elettrica, oltre ovviamente al petrolio e ai trasporti. E parlo di un paese che è il secondo produttore ed esportatore di legno al mondo, il primo in alluminio e rame, in cacao e caffè si contende i primi posti con altri paesi dell'africa occidentale...per farvi capire che di soldi ne girano davvero tanti. Politiche sociali sbagliate, poca spesa pubblica, ma soprattutto tanta tanta ma proprio tanta corruzione.

Avrei ancora tantissime cose da dirvi mille paragrafi da iniziare ma mi rendo conto che poi può diventare pesante dunque meglio dosare i racconti in una specie di reportage a puntate, che spero vi interessi e vi faccia piacere.
Comunico a tutti quelli che non lo sapessero che le mie valige sono arrivate ormai da qualche giorno, e che starò a yaounde fino al prossimo fine settimana poi con molta probabilità (ribadisco, qui non c'è mai nulla di certo) comincerà la mia avventura al nord.

Ringrazio ancora tutti voi che continuate a scrivermi, per me è bellissimo vedere comparire il vostro nome nella casella di posta, leggere i vostri pensieri e i Vostri reportage dal mio mondo lontano.
Sento che state viaggiando con me.
Un abbraccio
jj

domenica 7 gennaio 2007

3-01-07: L'avventura comincia

cari amici è bellissimo ricevere tutte le vostre mail i vostri pensieri, i resoconti dei capodanni, le confessioni. vorrei potervi rispondere uno ad uno per farvi capire quanto le vostre parole mi diano forza e mi facciano sentire bene. spero che tutti voi possiate capire che quello che fate per me è importante. questa può apparire una mail collettiva ma in realtà è una chiaccherata a quattr'occhi con ciascuno di voi.
sono a yaounde, la capitale amministrativa di questo paese incredibile. la capitale economica, nonchè la città più grossa e il polo commerciale è invece douala, che si trova sulla costa. i 50 km tra mbalmayo e yaounde sono sostanzialmente solo brousse (spero si scriva così) foresta tropicale a tutti gli effetti. il verde qua è un altro colore che penso non corrisponda a nessuno di quelli che ognuno di noi ha impressi nella sua tavolozza immaginaria. noi li abbiamo percorsi col gippone, la strada è asfaltata e scorre benissimo senonchè qui vanno come dei pazzi e quindi ogni tanto ti trovi una sagoma nera sul ciglio con scritto sopra 16 morti e allora magari un po'rallenti..sui lati baracchini ogni tanto, pedaggi legali o meno, bimbi di 3-4 anni che camminano da soli chissà alla ricerca di chi o di cosa.

poi arrivi in yaounde. e te ne accorgi. la massa di gente taxi ovunque senza un codice ne stradale ne morale galline polli baracche mercati, pompe funebri ogni dieci metri (per ora vincono le paradis e le derniere voyage), ti ferma chiunque, chi era tuo compagno alle elementari e chi si offre di portarti a fare il giro della città.gente, gente e gente. e poi il mito di etò. qui quest'uomo è una divinità, è una sorta di profeta. il papa, i presidenti o le star del cinema gli fanno un baffo. è intoccabile. tutti hanno la sua maglietta, gigantografie, cartelloni, fa publicità a qualisasi prodotto..perchè?perchè nel '94 il cameroun ha partecipato con successo ai campionati del mondo e da lì il calcio è diventato LA POSSIBILITA'. ora pensare che questo sia uno dei giocatori più forti al mondo ha incentivato il fenomeno perchè se ce l'ha fatta etò magari ce la fai anche te (comunque non penso sia molto diverso da quello che maradona è stato per napoli anche se non era un compatriota, ma qui la discussione è aperta. stupisce solo il potere di cui possa disporre un uomo che tira dei calci a un pallone. potere che condiziona le scelte di milioni di persone, di un popolo intero e quindi la storia)
il CASS di yaounde dove alloggerò per una decina di giorni è immerso nel quartiere di nkolndongo, terra rossa e baracche, chi è fortunato ha mura di cemento e tetti in amianto ma sono pochi. i bambini giocano tranquilli negli enormi cassoni di pattumiera. gli acquitrini con pantegane grosse come gatti scorrono in mezzo alle "case", impressionante il numero:
a)dei parruchieri - le donne e le bambine ogni giorno hanno una pettinatura diversa, spesso improbabile ma sempre affascinante-
b)delle chiese, intese come congregazioni.sette.ce n'è di ogni sorta.e la gara è a chicanta di più e più forte. la prima notte che ho dormito qua la chiesa batista è andata avanti a cantare in mezzo alla strada coi megafoni a 20 metri da casa fino alle 7 e mezza del mattino.

il CASS che cos'è?letteralmente Centre d'Animatione Sociale e Sanitaire. rispetto al pur grosso e funzionale centro di mbalmayo l'utilità di questa struttura l'ho colta con molta più immediatezza.c'è una maternitè. le donne vengono a partorirci, costa meno delle cliniche statali e il servizio è migliore. in media ci sono 10-15 parti al giorno. quindi aggiungete ai fanatici batisti le grida lancinanti (e motivate!) delle donne che mettono alla luce un figlio. a pochi passi dal mio letto. un giorni di questi forse vedrò un parto in diretta.
oltre alla maternità c'è un dispensario, l'appartamento dove viviamo noi, qualche aula e un campo da calcio. qui ci vengono ogni giorno dopo la scuola 60-70 ragazzi perchè un offerta sociale alternativa non esiste. i bambini fino agli undici anni non pagano nulla, dagli undici in poi un contributo di 1000 franchi CEFA l'anno (un euro e mezzo). le attività proposte sono molto belle e variegate, ci sono 4 animatori camerunesi ognuno con una specializzazione diversa: chi si occupa dello sport (allenamenti di calcio, tornei, pallamano che qua va un sacco), chi del teatro (stesura dei testi con i ragazzini, creazione delle scenografie, spettacoli), chi dei giochi, chi della comunicazione (poesie, dibattiti a tema, lettura dei giornali), chi del cinema (di solito film e dibattito). la chiara, mia compagna di viaggio in quest'esperienza -lei resterà fissa a yaounde- si sta inserendo con calma in ciascuna di queste attività e l'appoggioche dà e grande. spesso per i bambini è importante anche solo parlare, avere un punto di rierimento.ed inoltre, nonostante l'indubbia volontà e la preparazione degli animatori, un coordinatore è assolutamente necessario perchè non sempre sono affidabili. io ho fatto la mia prima esperienza oggi. i ragazzini mi hanno invitato ad allenarmi con loro a calcio, a 13-14 anni ci sono già dei potenziali campioni, quindi etò probabilmente serve davvero a qualcosa (comunque calcio tecnico, passaggi di prima, dribbling, manovre costruite..non è il calcio veloce e senza schemi che avevo conosciuto in kenya).

in casa è fantastico. chiara è aperta, critica, ma molto volenterosa e solare. poi c'è annemarie che è una donna camerounese che lavora al cass e che ora è incinta. e poi c'è tina, la "capa" che è un mito. non penso di potervela descrivere a dovere con le parole. dico solo che è una donna che si è fatta 40anni d'africa.
il cameroun mi appare sempre più il paese delle contraddizioni, la gente è povera ma da mangiare potenzialmente non manca a nessuno. le regioni del sud favoriscono i raccolti che coprono tutto l'anno. mi hanno detto che al nord la povertà sarà povertà di cibo. qui c'è una povertà di educazione e ci metti poco ad accorgertene. il domani non esiste, spesso neanche l'altro. ci sei tu e l'oggi.a volte ti irrita ma è una questione affascinante da sviscerare.
impostare una relazione coi camerounesi è praticamente impossibile, perchè il bianco è comunque e sempre un opportunità quindi mettersi allo stesso piano non è neanche pensabile. la colpa è un po' nostra e un po' loro.

c'è gente che fa morire un bambino perchè non ha soldi per le cure e poi organizza due giorni dopo funerali spendendo cifre follli (qui il funerale conta ben più del matrimonio o di qualunque altra celebrazione), ogni tanto si presenta qualche mamma in maternitè che non può pagare il parto ma si porta dietro un fotografo ufficiale che costa un occhio della testa, gli investimenti non esistono anche se sarebbero fattibili per la maggior parte della popolazione per uscire da una condizione di miseria, gli uomini spendono un sacco di soldi in birra e magari non mandano i bambini a scuola. di esempi ce n'è tanti e ve ne riporterò ancora.

gli aspetti comunque non sono solo negativi, ad esempio mi sono accorto che il cosidetto digital divided (il gap informatico che sarebbe causa di tutti i mali dell'africa) è una bufala assurda. qui sanno usare gli apparecchi elettronici molto meglio di parecchi di noi...
la sveglia di norma è alle sei e mezza mi spiace non poter andare avanti ma sottrarrei del tempo al sonno mentre invece domattina devo essere in forma perchè dobbiamo scegliere il film con gli animatori e programmare le attività. ma soprattutto la giornata è lunga, calda e faticosa. ma davvero bella.
spero prima o poi di riuscire a rispondere anche solo con qualche riga a tutti voi che mi avete scritto. mi fa piacere sentire che un po'di cameroun in questo modo lo state vivendo anche voi. se un giorno ho un po'di tempo metto online questo benedetto blog, per ora vi lascio il mio numero camerounse: 002379473521
con grande affetto
jj

p.s. la sera di capodanno siamo stati invitati dalla console italiana nel quartiere sciuroso di yaounde.villa stupenda, interni curati nei minimi particolari, gente d'alto rango, giardino con tanto di gruppo tradizionale e il sottoscritto che si è esibito sul palco duettando con una madama del soul camerounese di 200 chili. e il gruppo che suonava, che andrò a trovare a douala, aveva la tastiera del gabro. momenti indescrivibili

30-12-06: JJ è in Camerun


JJ é in Cameroun. Dopo neanche 24 ore di permanenza ci sono già mille cose che vorrei raccontarvi o che mi piacerebbe voi vedeste con i vostri occhi. La flora e la fauna sono impressionanti. Alberi altissimi e verdissimi, vegetazione fitta e animali assurdi. i ramarri corrono da tutte le parti, farfalle e uccelli tropicali di mille colori sbucano da ogni antro; di notte cantano e se uno si immagina che l'Africa sia un posto silenzioso si sbaglia di grosso! caldo, quasi quaranta gradi ma sopportabile. le mie valigie non sono arrivate ma abbiamo dato dei soldi ad un tizio che da quanto ho capito vive in areoporto e ci chiamerà nel caso ci sia qualche novità. ma comunque non mi fanno mancare nulla: qui a mbamlmayo ho una camera tutta per me, con anche una specie di doccia. si mangia tanto e bene, io oggi ho preparato dei pompelmi grossi tipo come meloni con sopra zucchero e liquore. gustosissimi. ho fatto un petit tour dela struttura per vedere le svariate attività; anche se ogni impressione risulta falsata perchè, come da noi, in questo periodo é vacanza (si segue ancora il calendario francese) e quindi c'é in giro qualche ragazzino, un po' di "personale" ma nulla in confronto ai 1200 ragazzi che vi approdano ogni giorno durante l'anno scolastico. ho visto pero' aperto il nuovo (ha 4 anni) centro di arte applicata (CAA per l'appunto) che è un un funzionale e moderno laboratori per la ceazione, la produzione e la vendita di oggetti in ceramica. le prime due fasi vanno alla grande la terza no, anche perché qua un insegnate di scuola primaria guadagna in media 10000 franchi CEFA (valuta dei paesi francofoni dell'Africa occidentale) al mese, che sono più o meno 15 EURO. indi, avendovi citato una categoria già considerata benestante o perlomeno inborghesita, mercato locale è chiuso, se non per i camerunesi d'alto rango e per i diplomatici, gli ambasciatori o gli impresari che vogliono fare un bel regalo alle loro mogli. peccato perché sono oggetti di altissima fattura, realizzati da artisti a tutti gli effetti. qui c'é anche un ospedale, un centro di documentazione per la prevenzione dell'AIDS, un centro di formazione per animatori, più tutto il ciclo di scuole dalla prematerna al college. tutto privato, perché bisogna pagare il personale (tutto camerunese, più o meno 150 persone) e di altre entrate non ce n'è molte. devo ancora capire se questa cosa sia giusta o meno. comunque domani lascio mbalmayo per spostarmi in capitale e li rimarro' con tutta probabilità per un paio di settimane. questo periodo sarà prevalentemente di conoscenza, poi mi sposteranno a garoua dove gradualmente mi inseriranno nelle attività. state tranquilli perché non ci sono rischi e mi trattano bene. per ora vi saluto andiamo a piedi fino in centro a comprare una sim camerunese per il sottoscritto. vi augurio buon anno e vi penso, ricordandovi tutti. qualunque domanda, richiesta curiosità sono qui, non garantisco solo la prontezza di una risposta.
vs. JJ

p.s. con il francese pensavo peggio invece riesco a dire delle cose che sembrano quasi intelligenti