Sotto un cielo azzurro dominato dai falchi, che si ergono nottegiorno a vigili custodi delle città e delle campagne; tra echi di bikutsi e makossa (le musiche più in voga nella regione centrale) che si confondono con le note della radio del vicino sintonizzata 24 ore su 24 su qualche frequenza locale esclusivamente female pop; con il naso tappato – raffreddore- ma comunque obbligato a cedere agli odori troppo forti che si mescolano nell'aria; con un sottofondo incessante di versi, canti, movimenti di animali e animaletti che cicalecciano senza sosta, un po'stanco,
siedo sul mio letto accanto alla finestra a raccontare ancora un po'di Cameroun ad ognuno di voi.
Ogni giorno cerco di segnarmi su un taccuino le cose che mi piacerebbe farvi sapere ma il bombardamento (diverso da quello che ci rende passivi dopo 3 ore di televisione) di immagini, di storie, di sensazioni è talmente forte che devo fare una grossa selezione nella mia testa perché il tempo per scrivervi, invece, è sempre molto ridotto!
Questo weekend abbiamo fatto una gita nell'Ovest, una delle dieci regioni in cui è suddiviso il Cameroun. Il capoluogo di regione è l'africanissima Bafoussan, roccaforte dei Bamiléké, una delle etnie dominanti nella zona, con una cultura e tradizioni ancora molto vive. Siamo partiti in 5, da Yaounde sono più o meno quattro ore di macchina (ho guidato anch'io il 4x4!) ed è bellissimo osservare come man mano la foresta tropicale lasci spazio a paesaggi più aperti e diradati tipici del pre-savana. Viaggiare in macchina è sensazionale: le strade, finchè non arrivi in città, sono abbastanza gestibili, larghe e completamente asfaltate. Gli occhi godono del rosso della terra che caratterizza questo paese, dei mercatini e delle bancarelle di ananas e papaye se va bene, di topi cotti e tenuti penzoloni dai venditori, quando sei meno fortunato –mai prendere uno spiedino di carne sulla strada perché per loro mangiare ratti è più che normale tanto che tina ha raccontato che una volta due guardiani del CASS verso sera si sono presentati alla porta chiedendo se poteva prestar loro un po'd'olio e cipolla per un soffittino per far prendere sapore alla pantegana appena catturata -.
Si attraversano agglomerati di case, paesini e cittadine più grandi ma tutti (o perlomeno la maggior parte) accomunati da una stesso destino: i nomi di questi posti cominciano tutti con la B, perché in Bamiléké la B indica la pluralità, dunque tu non ti ricordi mai qual è l'ultimo paese che hai passato, di indicazioni ce n'è poche e quindi va a finire che sei costretto ogni 10 minuti ad interpellare degli autoctoni pronti a darti qualsiasi indicazione, se non a salire in macchina con te, ma spesso non molto preparati
Nell'ultimo tratto di strada lo sguardo cade inevitabilmente sui tetti conici in lamiera tipici delle chefferie, luoghi dove i capi tradizionali ricevono in udienza i loro sudditi, diversi dalle regge, che sono le loro abitazioni vere e proprie. I capi tradizionali sono riconosciuti dal governo statale e sembra, dalla comunità internazionale, hanno pieni poteri a livello giudiziario (se viene condannata a morte una persona da uno chef il governo non può intercedere per il condannato) e si tramandano il potere ereditariamente, mentre in passato era il cacciatore più abile a guadagnarsi il trono. Noi abbiamo visitato la chefferie di Bandjoun una delle più belle della zona, nonostante l'incendio intenzionale (motivi di successione) che l'ha devastata due anni fa. Tra una chefferie e l'altra un tempo c'era ostilità, ora c'è più cooperazione (anche perchè i loro rappresentanti per fare lobbyng al governo devono essere un fronte assolutamente unito) pur mantenendo ognuna il proprio centro di potere, i propri costumi e i propri riti. Le cerimonie tradizionali sono uno spettacolo incredibile- io ho visto solo un video- a cui sarebbe davvero interessante partecipare da spettatori. Nel museo ho visto gli splendidi troni, gli scettri e gli altri oggetti regali in legno e perle che spettano ad ogni nuovo re assieme ad un animale sacro che lo contraddistingui.
La zona dell'Ovest è nota anche per i ricchi corsi d'acqua (soprattutto nella stagione delle piogge), noi tra sabato e domenica siamo riusciti a vedere il lago vulcanico di Baleng, una conca in mezzo alle montagne, di acqua limpidissima con tanto di piroghe ma soprattutto le indescrivibili cascate di Ekom, ottanta metri di salto in mezzo al nulla, se nulla può essere definito una valle verde, rigogliosissima che si apre all'improvviso dopo 10 km di sterrata (altro che Balistra, killer…buche di metri e rami che ti entrano in macchina dai finestrini) in mezzo alle secche di caffè davanti alle piccole abitazioni in fango dei locali, che vivono ancora allo stato brado –ma coi cellulari!Per pura curiosità vi dico che le Chutes d'Ekom sono il luogo dov'è ambientato il film di Tarzan...io provo a mandarvi una foto ma vi assicuro che non rende l'idea della profondità, del colpo d'occhio, ma soprattutto della possanza con cui questa mole di liquido si infrangeva sulle rocce creando un magnifico e ben visibile arcobaleno. Uno di quei luoghi dove anche il più imbranato fotografo, tipo me, non deve far altro che pigiare il pulsante della macchina ed è certo che la sua foto sarà comunque un capolavoro.
Luoghi splendidi, da rimanerci a bocca aperta. Come mai allora il Cameroun non è neanche considerato dalle nostre agenzie di viaggio- qualcuno dice che il fenomeno è in crescita in questi ultimi anni-? Sembra che al governo non interessi, sembra che il viaggio di sola andata in cameroun costi come un a/r in Senegal con soggiorno di una settimana in albergo di buona qualità. Tante tasse anche sui voli dunque, pochissime infrastrutture (e questo solo in questi pochi giorni ve lo posso confermare) e dunque un'altra fonte di introito che se ne va. Ma dov'è che finiscono i soldi dello Stato allora se le strade e la ristorazione è 15 anni che sono in mano a cinesi e greci, gli immobili per gran parte sono di proprietà dei giapponesi, la Francia e il Belgio si contendono gli alimentari e i prodotti da Supermarket (la prima ha anche una delle due reti di telefonia mobile presenti in Cameroun, la Orange, la seconda, MTN, è sudafricana), gli Americani hanno acqua ed energia elettrica, oltre ovviamente al petrolio e ai trasporti. E parlo di un paese che è il secondo produttore ed esportatore di legno al mondo, il primo in alluminio e rame, in cacao e caffè si contende i primi posti con altri paesi dell'africa occidentale...per farvi capire che di soldi ne girano davvero tanti. Politiche sociali sbagliate, poca spesa pubblica, ma soprattutto tanta tanta ma proprio tanta corruzione.
Avrei ancora tantissime cose da dirvi mille paragrafi da iniziare ma mi rendo conto che poi può diventare pesante dunque meglio dosare i racconti in una specie di reportage a puntate, che spero vi interessi e vi faccia piacere.
Comunico a tutti quelli che non lo sapessero che le mie valige sono arrivate ormai da qualche giorno, e che starò a yaounde fino al prossimo fine settimana poi con molta probabilità (ribadisco, qui non c'è mai nulla di certo) comincerà la mia avventura al nord.
Ringrazio ancora tutti voi che continuate a scrivermi, per me è bellissimo vedere comparire il vostro nome nella casella di posta, leggere i vostri pensieri e i Vostri reportage dal mio mondo lontano.
Sento che state viaggiando con me.
Un abbraccio
jj
martedì 9 gennaio 2007
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4 commenti:
BELLISSIMO, CARO!!!
Un grande abbracio, quasi partendo per il Cile!
Ti aspetto là, perchè verrai a trovarmi, vero?
Ciao ciao!
Felipe
SI,ma io a balistra non avevo una 4x4,ma una lancia che ha tirato le cuoia un mese dopo,fra ll'altro...complimenti per la foto alla cascata,spettacolare!
killer
Bella Paolo, ma chi te lo fa fare di tornare in Italia?
Comunque a Milano ci sono stati in questi giorni dei camerounensi che si sono sbagliati ed hanno chiesto al sig. Mauro Garbato se potevano soffrigere il suo cane.
Fantastico Sonny
Ciao Paolo
Grazie per la passione con cui curi questo blog!
Buon proseguimento dell'avventura
Aldo
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